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Quando non si può smettere di viaggiare ...

Il 2020 ha portato con sé un nuovo mondo che ha completamente modificato la vita stessa, così come noi la conoscevamo. Quello che stiamo affrontando, infatti, non è solo una crisi sanitaria, ma anche una crisi umanitaria globale senza precedenti, che mette a rischio la sopravvivenza e il sostentamento di decine di milioni di persone che proprio dagli aiuti delle organizzazioni umanitarie dipendono. La pandemia ha messo in luce la carenza di attrezzature mediche, dispositivi di protezione individuale (Dpi) e ventilatori in molti paesi, ma - oltre alle minacce per la salute che ben conosciamo – potrebbe portare a un rischio persino più duraturo e mortale: una grave carenza di cibo.

In questa situazione, il ruolo di organizzazioni umanitarie come la Food and Agriculture Organization (FAO) diviene ancora più importante. Al personale umanitario non è richiesto solo di restare e di fare il proprio lavoro, ma l’enorme aumento delle necessità richiede sforzi aggiuntivi per sostenere la distribuzione degli aiuti. L’intervento di FAO – sia di carattere continuativo che di risposta alle emergenze - è estremamente sensibile al fattore tempo e deve continuare, nonostante i lockdown. Ad esempio, è essenziale che sementi e altre forniture agricole arrivino agli agricoltori in tempo per la stagione della semina, così come - a causa della pandemia - non si può interrompere o rallentare il controllo sulle invasioni delle locuste del deserto. Il COVID ha richiesto un livello di coordinamento umanitario e logistico senza precedenti tra la comunità internazionale e i governi di tutto il mondo per continuare a operare durante le chiusure. In assenza di opzioni commerciali, le Nazioni Unite hanno istituito centri aerei e logistici in varie parti del mondo per far arrivare cibo, dpi, forniture mediche e persone nei paesi che ne avevano più bisogno.

Sostenere lo staff

Il personale umanitario internazionale lavora spesso in condizioni fisiche e psicologiche difficili. Con una pandemia che elimina ogni momento di svago e ogni possibilità di visitare la propria famiglia, dopo mesi di lavoro in luoghi estremamente difficili e talvolta pericolosi, lo staff deve essere ruotato: è quindi fondamentale per il settore umanitario poter entrare e uscire dai paesi che necessitano di assistenza. La continua operatività dell'aviazione commerciale attraverso hub come Addis Abeba nella regione africana è stata preziosa per mantenere aperti i corridoi umanitari e permettere di continuare a lavorare, fornendo alle comunità locali un adeguato sostegno e garantendo la sicurezza medica del personale umanitario nelle aree a rischio.

Il ruolo di CWT

In tali contesti estremamente difficili, l'aiuto di un partner chiave come CWT è stato insostituibile, aiutando FAO nella gestione di questi viaggi così complessi. Con opzioni di trasporto limitate, prescrizioni normative differenziate e complesse, ogni viaggio diventa un sottile gioco di equilibri che richiede un attento coordinamento. Quello che una volta era un semplice volo diretto, è divenuto un viaggio a più tappe, lungo e rischioso. L'instabilità della situazione, nonché gli orari dei voli e le normative in continua evoluzione hanno reso tutto ancora più difficile poiché i viaggiatori hanno dovuto spesso usare voli di collegamento con più scali, senza alcuna garanzia che le norme vigenti al momento della partenza non cambiassero nel corso del viaggio.

Il 2020 verrà ricordato per sempre come un anno insolito ma, mentre paesi e cieli cominciano a riaprire con l’avvicinarsi all'orizzonte dei vaccini, ci auguriamo di vivere un nuovo anno di speranza e ripresa, così da far ripartire un settore che rappresenta una considerevole parte del PIL e dell'occupazione globale.

(Preethi Braganza, Head – Travel Unit, FAO) 

 

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